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       1946

         Già a partire dall'autunno del 1945 molti degli scienziati che avevano lavorato al
       Progetto Manhattan si mobilitano per sottrarre ai militari il programma statunitense di
       sviluppo dell'energia atomica e per indirizzare le ricerche sulla nuova fonte di energia
       verso scopi pacifici e socialmente utili. Viene fondata la Federation of Atomic Scientists,
       cui aderiscono molti dei partecipanti al Progetto Manhattan, con lo scopo principale di
       informare l'opinione pubblica sui problemi dell'energia atomica. Fermi non si iscrive a
       questa associazione, ma prende immediatamente posizione sulla questione dell'abolizione
       del segreto militare, una condizione che considera fondamentale per uno sviluppo della
       ricerca scientifica basato sulla libera circolazione di idee e risultati. Fermi afferma con
       forza anche la necessità di un "libero sviluppo delle applicazioni dell'energia nucleare
       al riparo dalla minaccia di un impiego militare delle nuove scoperte". Questi obiettivi
       naturalmente suscitano la più totale ostilità dei militari e di importanti settori del mondo
       politico. Va sottolineato che Fermi sostiene la necessità che la produzione di armi resti
       sotto il controllo dei militari. Nel mese di maggio Fermi viene invitato a parlare in pub-
       blico di energia atomica e sceglie come argomento le applicazioni pacifiche dell'energia
       atomica (Atomic Energy for Power [L'energia atomica come risorsa energetica]). Tra il
       1944 e il 1945, fin dai primi stadi dello sviluppo dei reattori si era fortemente interessato
       alla possibilità di usarli per produrre energia, in particolare aveva subito considerato la
       produzione in un reattore di più materiale fissile di quanto ne fosse impiegato, cioè la
       possibilità di reattori autofertilizzanti (Discussion on Breeding; Relation of Breeding to
       Nuclear Properties [Discussione sull'autofertilizzazione; Relazione tra autofertilizzazione
       e proprietà nucleari]). In una pila che utilizza uranio naturale questo significa produrre
       più plutonio rispetto all' U-235 consumato. Fermi è talmente convinto dell'importanza
       pratica di sviluppare reattori autofertilizzanti da incoraggiare Zinn, direttore del labo-
       ratorio di Argonne, a progettarne e a costruirne uno. Il primo impianto commerciale
       di questo tipo sarà chiamato "The Enrico Fermi Atomic Power Plant". Dopo la fine
       della guerra, Fermi si trasferisce all'Università di Chicago dove Compton vuole affidar-
       gli la direzione dell'Institute for Nuclear Studies, appena fondato insieme a quello di
       radiobiologia e a uno per lo studio dei metalli. Fermi vuole dedicarsi completamente
       alla ricerca e rifiuta la carica di direttore chiedendo a Samuel Allison, suo più stretto
       collaboratore, di occuparsi degli aspetti amministrativi. Gli anni della guerra avevano
       contribuito alla nascita della cosiddetta big science, sia a livello finanziario, sia a livello
       scientifico e tecnologico, con la costruzione di grandi macchine come reattori nucleari e
       acceleratori di particelle, sia a livello organizzativo. È un modo completamente inedito
       di fare ricerca. Nel gennaio 1946 Fermi scrive a Edoardo Amaldi e Gian Carlo Wick (che
       dal 1939 occupa a Roma la cattedra di Fisica Teorica lasciata da Fermi): "Dal gennaio io
       mi sono stabilito a Chicago, più o meno definitivamente. [ ... ] Sembra che avremo mezzi
       piuttosto illimitati e abbiamo cominciato ad usarli ordinando un betatrone da 100 Me V
       [ ... l. Anche in America la situazione della fisica ha subito cambiamenti molto profondi
       per effetto della guerra. Alcuni sono per il meglio: ora che la gente si è convinta che
       con la fisica si possono fare le bombe atomiche tutti parlano con apparente indifferenza
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