Page 47 - merged
P. 47
364 LUISA BONOLlS
1946
Già a partire dall'autunno del 1945 molti degli scienziati che avevano lavorato al
Progetto Manhattan si mobilitano per sottrarre ai militari il programma statunitense di
sviluppo dell'energia atomica e per indirizzare le ricerche sulla nuova fonte di energia
verso scopi pacifici e socialmente utili. Viene fondata la Federation of Atomic Scientists,
cui aderiscono molti dei partecipanti al Progetto Manhattan, con lo scopo principale di
informare l'opinione pubblica sui problemi dell'energia atomica. Fermi non si iscrive a
questa associazione, ma prende immediatamente posizione sulla questione dell'abolizione
del segreto militare, una condizione che considera fondamentale per uno sviluppo della
ricerca scientifica basato sulla libera circolazione di idee e risultati. Fermi afferma con
forza anche la necessità di un "libero sviluppo delle applicazioni dell'energia nucleare
al riparo dalla minaccia di un impiego militare delle nuove scoperte". Questi obiettivi
naturalmente suscitano la più totale ostilità dei militari e di importanti settori del mondo
politico. Va sottolineato che Fermi sostiene la necessità che la produzione di armi resti
sotto il controllo dei militari. Nel mese di maggio Fermi viene invitato a parlare in pub-
blico di energia atomica e sceglie come argomento le applicazioni pacifiche dell'energia
atomica (Atomic Energy for Power [L'energia atomica come risorsa energetica]). Tra il
1944 e il 1945, fin dai primi stadi dello sviluppo dei reattori si era fortemente interessato
alla possibilità di usarli per produrre energia, in particolare aveva subito considerato la
produzione in un reattore di più materiale fissile di quanto ne fosse impiegato, cioè la
possibilità di reattori autofertilizzanti (Discussion on Breeding; Relation of Breeding to
Nuclear Properties [Discussione sull'autofertilizzazione; Relazione tra autofertilizzazione
e proprietà nucleari]). In una pila che utilizza uranio naturale questo significa produrre
più plutonio rispetto all' U-235 consumato. Fermi è talmente convinto dell'importanza
pratica di sviluppare reattori autofertilizzanti da incoraggiare Zinn, direttore del labo-
ratorio di Argonne, a progettarne e a costruirne uno. Il primo impianto commerciale
di questo tipo sarà chiamato "The Enrico Fermi Atomic Power Plant". Dopo la fine
della guerra, Fermi si trasferisce all'Università di Chicago dove Compton vuole affidar-
gli la direzione dell'Institute for Nuclear Studies, appena fondato insieme a quello di
radiobiologia e a uno per lo studio dei metalli. Fermi vuole dedicarsi completamente
alla ricerca e rifiuta la carica di direttore chiedendo a Samuel Allison, suo più stretto
collaboratore, di occuparsi degli aspetti amministrativi. Gli anni della guerra avevano
contribuito alla nascita della cosiddetta big science, sia a livello finanziario, sia a livello
scientifico e tecnologico, con la costruzione di grandi macchine come reattori nucleari e
acceleratori di particelle, sia a livello organizzativo. È un modo completamente inedito
di fare ricerca. Nel gennaio 1946 Fermi scrive a Edoardo Amaldi e Gian Carlo Wick (che
dal 1939 occupa a Roma la cattedra di Fisica Teorica lasciata da Fermi): "Dal gennaio io
mi sono stabilito a Chicago, più o meno definitivamente. [ ... ] Sembra che avremo mezzi
piuttosto illimitati e abbiamo cominciato ad usarli ordinando un betatrone da 100 Me V
[ ... l. Anche in America la situazione della fisica ha subito cambiamenti molto profondi
per effetto della guerra. Alcuni sono per il meglio: ora che la gente si è convinta che
con la fisica si possono fare le bombe atomiche tutti parlano con apparente indifferenza